La Villa con l’annesso cascinale, fu per lungo tempo l’unico edificio abitato di Torre d’Isola.
Fu costruita nel secolo XVIII dai marchesi Botta Adorno e in seguito ne furono propietari i loro successori: Cusani Visconti, Litta Modignani, sino ai Morelli di Popolo. Il corpo principale della costruzione si apre verso la piazza del paese in un maestoso ed elegante cortile d’onore e si affaccia verso sud su uno splendido parco, degradante verso il fiume. Verso ovest, dalla “manica” del cortile, si passa alla grande corte agricola.
Ogni residenza che si rispetti ha il suo fantasma. Qui è il fondatore della Villa, il marchese Antoniotto Botta Adorno, del quale non si è mai identificato con certezza il luogo di sepoltura, ma che, di tanto in tanto, ossessiona i sogni dei suoi eredi. Notte dopo notte sposta quadri e fa rumori nella parte più antica dell’ala nobile, dove forse un tempo si trovava l’antica torre della leggenda: rimorsi della vita passata o qualche cosa che ha tralasciato, incompiuta? Forse il fantasma imparruccato dell’alto ufficiale asburgico cerca ancora di rivelare il luogo in cui nascose il tesoro della Repubblica di Genova, (di cui era governatore) l’antichissimo stato marinaio caduto un giorno del 1748 di fronte alle artiglierie lombardo piemontesi.
Il governatore, sconfitto, fuggì e fece caricare in gran fretta sui muli, come bottino, le casse del tesoro della Repubblica. Venne a rifugiarsi in campagna, qui a Torre d’Isola, in questa villa da lui stesso fatta costruire, carico d’acciacchi e di decorazioni. Ancora oggi il suo stemma, appesantito d’armi, di bandiere, di tamburi e della doppia Croce di Malta, campeggia sullo scalone, nelle sale della villa e sulla facciata della chiesa. I ritorni notturni del suo fantasma rendono vivo il ricordo dell’altezzoso maresciallo di Maria Teresa d’Austria, ancor più di qualsiasi dipinto o del quadro che lo ritrae, ormai vecchio, con la parrucca imborotalcata, nella galleria di famiglia.